Londra, estate 1982, Berwick St., Soho.
Il seminterrato stipato di “zoot suits“, la giacca piu’ “british rock- Swinging London” mai cucita, trasuda umidita’ dalle pareti di mattoni smangiati dal tempo.
Due passi veloci sul lastricato romano ed entro nel Marquee Club in Wardour St.: mentre sono in fila per il biglietto, spio Wilco Johnson e la band intenti a montare i loro pochi essenziali strumenti su quel minuscolo palco calpestato dai grandi del rock mondiale.
Sorseggio una “royal pint” di Beamish stout scura mentre uno dei due fondatori dei Dr. Feelgood, i leggendari “Feelgoods“, sovrani del pub rock londinese, imbraccia la sua Telecaster come un mitra e scivola su quelle tavole di legno inzuppate di sudore, fumo e alcool, come un surfer impazzito sulla schiuma dell’oceano.
Italia, Francia, Germania, ecc., anni ’90. Da anni corro senza sosta in lungo e in largo con la mia band “Slep and the Red House: il menu’ principale di circa duecento “gigs” all’anno e’ farcito da blues e rock’n’roll (o rock’n’roll e blues) e il primo album “Six String Soul” pare vendere bene.

Anche stasera torna l’adrenalina a mille delle volte precedenti: un’ora di show prima dei nostri maestri-amici Lee Brilleaux e i suoi Dr. Feelgood.
Cambio le corde alla mia Strat e vediamo di non sfigurare.

Continua… “La band” (Slep and the Red House)