Estate del ’99, Toscana.
Sono in tour con Francesco De Gregori da qualche mese e stasera si suona in piazza a Pisa.
Raymond Dumbè, bassista parigino-camerunense di Miriam Makeba, mi sorride sgranando i suoi sessantaquattro denti e mi provoca con un riff durante il sound-check: alzo a palla il volume della strat e “slido” su un giro di blues senza fine.
Pisa, oltre alla torre pendente, mi ha offerto una chiaccherata con un negoziante di strumenti completamente pazzo: ho comprato un pedale “wah-wah” (perdonami Jimi…). La brezza estiva serale è perforata da fari incadescenti che ci inseguono sul palco.Siamo alla parte “rock” della scaletta. Ora o mai più. Sparo un solo “ua-ua-ua…“.
Uno sguardo mi fissa dall’alto dei suoi quasi-due-metri, poi un’imprecazione.
Il dubbio: meraviglia o disapprovazione?
Nel backstage del dopo-concerto mi arriva la conferma che era meraviglia e l’acquisto era stato quindi approvato. Ho ancora quell’aggeggio nella mia borsa da viaggio.
Un pensiero su ““Il Principe, il ‘Wah-Wah’ e la Bestemmia””